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Il Commissario Caterina Ruggeri


La voce del comandante dell'aereo che avvertiva i passeggeri dell'ormai imminente atterraggio mi riportò alla realtà. In quell'ora di volo da Ancona a Genova, la mia mente era stata impegnata da un turbinio di pensieri: erano accadute tante cose in quegli ultimi giorni e la mia vita era ad una svolta. Pensavo al mio passato e pensavo al mio futuro. Finalmente un incarico importante: la dottoressa Ruggeri era stata nominata commissario ad Imperia. Non credevo che questa nomina arrivasse così presto. Gli anni trascorsi a fare la responsabile del Gruppo Cinofilo della Polizia di Stato presso l'Aeroporto Raffaello Sanzio di Ancona erano stati entusiasmanti, perché avevo avuto la possibilità di fare un lavoro che mi era sempre piaciuto fin dalla tenera età, lavorare e addestrare i cani della Polizia, dai cani antidroga, a quelli per la ricerca sotto le macerie, dai cani antisommossa a quelli per la ricerca di tracce e persone scomparse. D'altro canto, oltre a fare un lavoro che mi piaceva moltissimo, avevo avuto anche il tempo di dedicarmi allo studio e finalmente laurearmi in Giurisprudenza, specializzarmi in Criminologia e così sperare nell'agognato avanzamento di carriera. Certo è che la passione per i cani non l'avrei mai abbandonata: quella passione mi era stata trasmessa da un mio cugino veterinario, Stefano, ora cinquantenne direttore sanitario della Clinica Veterinaria "Aesis". Stefano era stato sempre il mio segreto amore, fin da quando ero ragazzina: cugino di secondo grado, dodici anni più grande di me, aveva sempre esercitato su di me un grande fascino.

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